“Quando la indossavo le auto si tamponavano” ha anche ricordato la cantante che, dopo la polemica sulla vicepreside di un liceo di Roma che ha chiesto alle ragazze di coprirsi le gambe, ha voluto dire la sua
“Ognuno è libero di vestirsi come vuole, essere chi crede ed amare chi sceglie di amare”. Loredana Bertè, icona del “non sono una signora” e capace di rappresentare da sempre chi ha il coraggio di rompere schemi e convenzioni, interviene sulla sua pagina Instagram sulla polemica della minigonna da evitare a scuola che, partita dalle studentesse francesi, è approdata nei giorni scorsi anche in un liceo romano. Facendo montare la disubbidienza delle ragazze a cui la vicepreside, nel primo giorno di lezioni, aveva consigiato di non indossare la “mini”, perchè senza i banchi e sedute sulle sedie magari “ai professori ci cade l’occhio…”.
Loredana, settant’anni tondi tondi. Li compie domani, 20 settembre, spegnendo le candeline di una vita rock cominciata giovanissima tra le schiere dei “piperini”, i ragazzi che a metà degli Sessanta ballavano al Piper, il locale che a Roma ha fatto storia. Sempre sulle montagne russe, Loredana, che sfoggia una chioma azzurra e grinta che non l’ha mai abbandonata anche oggi mentre se ne sta chiusa in studio per registrare il nuovo album dice di approvare in pieno il coraggio di Chiara, ultimo anno al Socrate, e le altre. “Quando andavo al liceo arrivavo con la minigonna e due pennelli in tasca, quando giravo in bici le auto si tamponavano perchè chi era alla giuda si girava per guardarmi. All’epoca la minigonna era considerata scandalosa ma io ne ho fatto la mia divisa di emancipazione femminile”, scrive la cantante. E c’è da scommettere sui tamponamenti, la Bertè ha sempre avuto delle gambe strepitose.