LOREDANA BERTÈ
TRASLOCANDO È andata così
Per la prima volta la cantante racconta la sua vita senza
limiti, generosa e disperata. I successi, le collaborazioni
artistiche e le grandi amicizie. Ma anche l’infanzia con un
padre violento e la tragica fine della sorella Mimì.
«Sono cresciuta con la regola del niente. Niente giocattoli. Niente bambole.
Niente regali. Niente ricorrenze. Niente di niente». È così che può iniziare una
vita, in fuga da una stanza senza quadri alle pareti, da una casa senza dolcezza,
senza amore, senza infanzia. E allora la voglia di libertà diventa più forte di
tutto, più forte del ricatto e di qualsiasi convenzione.
Così cominciano le bravate di chi è costretto a rompere le regole con
l’esagerazione, gli anni del terzetto Loredana, Mimì e Renato in perenne
scorribanda per Roma, in fuga dagli alberghi, calandosi dalla finestra con le
lenzuola annodate perché i soldi per pagare il conto non c’erano. Finché
arriveranno, inaspettati, i primi successi, Sei bellissima e Non sono una
signora, gli incontri straordinari, l’America di Andy Warhol e ritorno. Il grande
amore per un bel tennista svedese e il disastro di un altro sogno infranto.
Sempre in guerra, sempre in cerca di altri voli. Ma quale musica leggera!
Il palco più difficile è quello di Sanremo, nel 1997, quando Loredana salirà per
cantare Luna, per urlare all’Italia dei canone-paganti la rabbia e il dolore per la
morte di Mimì, la sorella maggiore che aveva cercato di proteggerla
dall’inferno dell’infanzia e che nessuno era stato in grado di proteggere dalla
vita. Sono gli anni del buio, della solitudine che fa più paura, del dolore che
spezza il fiato.
Se la vita non ha fatto sconti a Loredana, lei non fa sconti in questo racconto, in
cui restituisce tutta la brutalità e l’esuberanza della sua vita in perenne
ribellione, sempre in bilico tra la tragedia e la farsa.