di Paolo Giordano
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L’artista premiata stasera ai “Seat Awards” di Verona: “Poi torno a The Voice Senior”
Loredana Bertè mica la fermi, è scatenata oggi come negli anni Ottanta: «Si rende conto che il pezzo Sei bellissima ha 47 anni? Da non crederci». Stasera arriva all’Arena di Verona dopo aver girato l’Italia con un concerto dopo l’altro giusto per celebrare una ripartenza che, come si sa, per la musica è ancora più difficile viste le condizioni di sicurezza talvolta persino contraddittorie imposte ai concerti: «Non è stata proprio una passeggiata riuscire a lavorare rispettando tutte le accortezze e le normative anti Covid», spiega lei che tra dieci giorni compie 71 anni restando tra le signore della musica italiana. «La ringrazio del complimento», dice con modi d’altri tempi. Comunque ce ne fossero di artiste che non fanno compromessi né passi indietro e, come si dice, ci «mettono sempre la faccia». Da quando negli anni ’60 faceva show con Renato Zero e recitava (anche nuda) nel musical Hair è rimasta sempre la stessa Loredana Bertè: una ribelle a vita.
Però la vera ribellione questa estate è stata la normalità.
«In effetti è stata finalmente un’estate un po’ più normale, almeno per quanto riguarda la musica. Stiamo finendo il mio Figlia di… Summer tour anche se non è stato semplice lavorare».
Ma come è stato ritrovarsi il pubblico davanti dopo così tanto tempo?
«Non c’è neanche da dirlo: è stato bellissimo».
Anche i concerti hanno attirato polemiche qui e là per il green pass.
«Ho trovato il mio pubblico rispettoso delle regole, caloroso ma attento. Alcune volte, presi dall’entusiasmo, si alzavano al ritmo della musica, io chiedevo di restare seduti e si sono mostrati quasi sempre molto collaborativi. Dopotutto ho dei fan intelligenti».
Uno dei brani dell’estate è stato Che sogno incredibile.
«L’ho cantato con Emma. Da sempre adoro le contaminazioni musicali».
Ce ne sono altre in vista?
«È tutto ancora abbastanza top secret, ma non ho finito con le contaminazioni, questo di certo no. Sto finendo il mio nuovo album di inediti dopo LiBertè uscito nel 2018».
Quello con Maledetto Luna Park e Non ti dico no, uno dei brani dell’estate di quell’anno. A proposito, come sono i tormentoni 2021?
«Ho trovato riuscitissima la collaborazione tra Orietta Berti, Fedez e Achille Lauro. Mille è un brano azzeccato che ci ha riportato con la voce da usignolo di Orietta alle atmosfere spensierate degli anni 50/60 affiancate alla modernità e al talento di Fedez e Lauro. Loro sono davvero un trio vincente».
Non sono una signora compirà 40 anni nel 2022.
«Ma lo sa che Non sono una signora, E la luna bussò e Sei bellissima in versione digital sono state certificate oro proprio come Figlia di… che è uscito a marzo».
È diventata una signora?
«No di certo, non sono ancora una signora».
Però ha sempre idee chiare. Mai pensato di fare politica?
«Sono troppo poco diplomatica per poter fare politica».
Siamo nell’epoca del «politically correct».
«Ho fatto battaglie per i diritti Lgbt o per i diritti dei neri 40 anni fa, non posso tollerare che nel 2021 ci sia ancora chi bullizza una persona gay o chiama negro una persona africana… Per questo ho accettato con grande orgoglio il premio del Rewriters Festival: mi hanno premiata per aver riscritto in qualche modo la terza età».
Loredana Bertè e i talent show.
«Quest’anno sarò ancora coach sulla mia poltrona rossa di The Voice Senior 2».
C’è qualcosa che gli altri giudicano sbagliato ma che lei è contenta di aver fatto nella sua carriera?
«Rifarei altre mille volte la mia apparizione con il pancione a Sanremo 1986! Per qualcuno è stato un errore ma per me no. Volevo dimostrare che una donna quando è incinta non è malata ma è forte! E poi cantavo il pezzo di Mango (Re – ndr): è stato il primo pezzo rock mai presentato al Festival. Solo Sting mi capì e mi disse passando di fianco a me: Wow that’s amazing, è meraviglioso!».